La campagna vaccinale contro il Coronavirus inaugurata il 27 dicembre in Italia con le prime somministrazioni delle dosi della Psifzer agli operatori sanitari, ad una settimana dall’inizio conta – secondo i dati comunicati dagli uffici del Commissario per l’emergenza, Domenico Arcuri – oltre 84.000 persone vaccinate.
Allo stato – benchè risulti che l’Italia sia seconda in Europa, dopo la Germania, per numero di vaccinati – le cose vanno decisamente a rilento, anche a causa di carenze di personale medico sanitario e di siringhe.
“Occorre una poderosa accelerazione”, avverte la sottosegretaria alla Salute Sandra Zampa, sottolineando che “le regioni devono mettersi a correre: nessuna dose utilizzabile può attendere di essere usata anche solo per qualche ora. Usiamo anche le ore serali ma corriamo. Presto arriverà anche Moderna”.
Secondo i dati riportati dall’Ansa, il Lazio, con 17.374 vaccinati, è la regione con il più alto numero di somministrazioni in assoluto. La Provincia Autonoma di Trento è in testa alla classifica per quanto riguarda la percentuale dei vaccinati (45,1%) sul numero di dosi consegnate (4.975).
Nell’Isola – secondo gli ultimi dati in costante aggiornamento – sarebbe stato somministrato soltanto il 2,3% del totale delle dosi ricevute (302 iniezioni fatte su un totale di 12.855 dosi ricevute). La Sardegna è la regione, subito dopo Abruzzo e Molise, che ha effettuato – in percentuale – meno vaccini rispetto alle dosi consegnate.
E’ sperabile che la Regione cambi passo e non si mostri impreparata, adottando quanto prima un adeguato piano, individuando con precisione i luoghi di conservazione dei vaccini, adeguati mezzi di trasporto degli stessi, atteso che le dosi devono viaggiare a temperature bassissime e costanti, nonchè procedure di distribuzione e somministrazione capillare in tutta l’isola.
C’è poi la concomitante campagna di screening ‘Sardi e sicuri’ con tamponi antigenici, al via in Ogliastra che potrebbe andare in sovrapposizione all’operazione vaccini, distogliendo importanti risorse sanitarie ed organizzative .
Dal 7 gennaio scatterà di nuovo il ‘sistema a colori diversi’ dell’Italia e la Sardegna potrebbe restare zona rossa, perchè risulta avere una classificazione del rischio ‘Non Valutabile’ che è equiparato a rischio ‘Alto’, ciò in ragione della bassa percentuale di completezza dei dati dell’andamento dei contagi inviati. Anche su questo fronte occorre un decisa accelerazione o si rischia nuovamente di stare tutti chiusi in casa.
Alberto Porcu Zanda