Il caso Valentina Pitzalis è chiuso definitivamente. Il Tribunale di Cagliari ha emesso oggi, l’ordinanza che dispone l’archiviazione dell’indagine per omicidio volontario e incendio doloso a carico di Valentina Pitzalis, il 17 e il 18 aprile 2011 il suo ex marito cercò di darle fuoco per poi morire nell’incendio.
Rimasta con il volto completamente trasfigurato dopo giorni di coma, nei nove anni trascorsi da quella tremenda notte Pitzalis ha dovuto difendersi dalle accuse della famiglia dell’ex marito, Manuel Piredda, secondo cui era stata lei a tentare di uccidere l’ex. Dopo l’archiviazione per tentato omicidio, i familiari del ragazzo, un muratore originario di Gonnesa, hanno avviato una violenta campagna stampa e social ai danni di Pitzalis – sfociata anche in una condanna di risarcimento per diffamazione e un ulteriore rinvio a giudizio per la madre di Piredda, Roberta Mamusa – volta a convincere l’opinione pubblica che Pitzalis aveva causato la morte del marito.
Tre anni fa la famiglia era riuscita a far riaprire le indagini presso la procura di Cagliari e a supportare il team dell’accusa era subentrato il noto medico legale del caso Cucchi, Vittorio Fineschi. Pitzalis si è ritrovata indagata per omicidio volontario e incendio doloso, con un lunghissimo incidente probatorio che ha addirittura portato alla riesumazione del corpo di Piredda. Ma il 4 giugno scorso il pm Gilberto Ganassi ha avanzato richiesta di archiviazione dell’indagine, confermando la versione iniziale dei fatti, quella che Pitzalis ha sempre sostenuto, ovvero che era stata lei la vittima del tentato omicidio da parte dell’ex.