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Valorizzazione Sardo Bruna: coinvolte un centinaio di aziende bovine

Fase fondamentale nell’avvio del percorso che porterà alla richiesta per l’ottenimento della Igp per la filiera Sardo Bruna, è stata ieri mattina l’illustrazione a un centinaio di aziende del contratto di filiera che è stato firmato a Nuoro il 18 gennaio scorso tra la Forma Carni, la Coldiretti Sardegna e l’Aars, l’Associazione Regionale Allevatori. Un incontro necessario a rendere immediatamente attuabile l’accordo, che si è tenuto a Nuoro nell’auditorium della Biblioteca Satta e che nonostante la pioggia incessante di queste ore, ha visto una nutrita partecipazione di allevatori bovini. Ad intervenire per la ditta Forma Carni, l’amministratore Francesco Forma che ha illustrato i punti del contratto sviluppato su modalità di allevamento, vendita, certificazione, iscrizione ai libri genealogici. Un contratto di filiera riservato agli allevatori Coldiretti appunto, ma che nella fase che si intende avviare, ossia quella che porterà alla richiesta per il riconoscimento della Igp potrà vedere, come nel percorso della Igp Porcetto di Sardegna, la partecipazione di più portatori di interesse. 

“Oggi si è dato seguito a quanto firmato il 18 gennaio scorso – ha spiegato Francesco Forma -, con il confronto con gli attori principali della filiera. Prezzo garantito per una razza che finalmente viene riconosciuta nella sua centralità economica, storica e culturale: nessuno prima ha mai portato avanti un progetto del genere che valorizzi questo tipologia di allevamento. L’obiettivo è incrementarne il numero di capi allevati, tutelare la razza, in collaborazione con l’Associazione Regionale Allevatori della Sardegna e con l’Anacli. Anche perché di carne bovina sarda autoctona in particolare c’è un mercato che è tutto da costruire e riteniamo che abbia grandissime potenzialità”.

Punti che sono stati chiariti oggi alle aziende che dovranno rispettare le seguenti caratteristiche: “dovranno essere situate nel territorio della Regione Sardegna – si legge nel contratto – Dovranno essere regolarmente iscritte al Libro genealogico per le razze a limitata diffusione dell’ANACLI che tramite l’Associazione Allevatori della Regione Sardegna svolge i relativi controlli funzionali. Ma non solo. I capi oggetto della vendita dovranno avere la regolare iscrizione aziendale al libro genealogico per la razza Sardo-bruna e di ciascuno è necessario i dati anagrafici della madre, padre e ristalli e i certificati genealogici dei riproduttori maschi”. 

“La filiera si costruisce con il confronto e con l’obiettivo di rendere i nostri allevamenti competitivi a livello nazionale ed europeo, strutturando tutte le fasi di allevamento e vendita, così come abbiamo avuto modo di vedere nell’altro grande contratto di filiera, stavolta su scala nazionale ma sempre Coldiretti “Valorizzazione della filiera bovini da carne 100% italiana nelle regioni del Sud” che ha portato grandi risultati” hanno sottolineato Battista Cualbu e Leonardo Salis, rispettivamente presidente regionale e provinciale di Coldiretti, con Alessandro Serra, direttore della Federazione nuorese che ha avviato il progetto sulla Sardo Bruna esteso ora a tutta la Sardegna. 

Importantissimo, in questo viaggio appena intrapreso, il ruolo dell’Aars: “il nostro obiettivo – hanno sottolineato Luciano Useli Bacchitta e Aldo Manunta, presidente e direttore dell’associazione –  è quello, oltre che di fornire tutto il supporto necessario, anche di dare un input nella gestione del libro genealogico che punti anche al miglioramento della razza e non solo alla conservazione, come invece avviene attualmente”.

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