Villacidro. 31 maggio – giornata dedicata alla figura di Mons. Giovannino Pinna, “pitticheddu a tottu succi”

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A Villacidro, la giornata di Mercoledì 31 maggio p.v. sarà interamente dedicata alla figura di un
piccolo sacerdote, Mons. Giovannino Pinna, cittadino benemerito della cittadina dessiana, definito
“pitticheddu a tottu succi” (piccolino ma tutto succo), parroco della chiesa madre di Santa Barbara
dal 1998 al 2011, ovvero sino alla sua scomparsa per male incurabile.

L’iniziativa organizzata dalla Fondazione “Mons. G. Pinna”, dall’Università della Terza Età (UTEV), in collaborazione con il Comune di Villacidro e il Corpo Consolare della Sardegna, prevede due eventi. La mattina, alle ore 10,30, presso i locali dell’ex Pretura, un centinaio di alunni delle scuole elementari e medie degli Istituti comprensivi “Dessì” e “Loru”, con gli amministratori locali e del territorio, parteciperanno al ricordo del sacerdote, con l’intervento di Stefano Oddini Carboni, consigliere del Corpo
Consolare della Sardegna (CCS), nonché cavaliere dell’Ordine di Malta, e la lettura da parte degli
alunni di dediche, pensieri e testimonianze su questa figura di prelato conosciuto come il “sacerdote
della famiglia”. Seguirà l’inaugurazione e la benedizione del parco “Mons. Giovannino Pinna”,
posto a lato dell’ex Pretura. Il pomeriggio, dalle ore 18,00, presso l’Auditorium “Santa Barbara,
l’UTEV, con la Fondazione Pinna e la locale amministrazione civica, il predicatore Don Claudio
Cera ricorderà la figura del sacerdote, originario di Gonnosfanadiga; un uomo di Dio che ha lasciato
un ricordo vivo nelle comunità parrocchiali dove è stato chiamato a prestare la sua opera pastorale.


Di Don Giovannino, autore di alcune pubblicazioni sulla storia religiosa della Diocesi di Ales-
Terralba e di Villacidro, si ricorda la sua particolare attenzione per gli ammalati, per i più deboli e
indifesi, per l’amorevole cura delle anime a lui affidate e per la sua pedagogia – attualmente in fase
di studio – centrata sull’educazione dei giovani e dei preadolescenti, ma anche dei loro genitori che,
spesso, non riescono a star dietro ai propri figli, nativi digitali. Li lasciano liberi, ma questa
liberalità «nasconde stanchezza e poca disponibilità ad accettare la fatica di stare dietro ai figli e
questo rischia di compromettere pesantemente ogni ulteriore azione educativa». Per i genitori,
educare diventa sempre più faticoso tanto che si pone il problema di insegnare nuovamente alle
giovani coppie come educare i propri figli.

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