
Violenza. Lidia Vivoli è una delle tante, troppe donne, che nella vita hanno dovuto subire il dolore e l’umiliazione di avere accanto un partner violento. Ha denunciato, ma spiega di essere stata abbandonata. Motivo per cui tantissime altre donne non sporgono denuncia contro i proprio compagno. E’ stata vittima di tentato omicidio nel 2012.
Oggi il suo ex compagno è in procinto di essere scarcerato nonostante abbia minacciato di ‘finire il lavoro’. Lidia ha perso il lavoro e vive nel terrore di ciò che può accaderle perchè come lei stessa scrive: “Ora c’è solo lo sconforto di essere stata abbandonata da uno Stato che ci dice di denunciare, di essere forti e poi ci lascia morire, nell’indifferenza più totale“. Lidia racconta la sua storia documentata dalle foto che mostrano un corpo dilaniato dalle botte. Sono immagini forti, crude, che ci colpiscono come una pugnalata, foto da lei pubblicate sul suo profilo Facebook e riportate dai giornali.
Leggete e guardate perchè questa è realtà:
Post Facebook: “Vi mostro il mio corpo. Quello che nessuno vuol vedere, un corpo massacrato, dilaniato da chi mi chiamava “Amore”! Io non credo che possa esistere un motivo per giustificare tale ferocia! Nessuna scusa, nessuna giustificazione! Chi mi ha fatto questo, la notte tra il 24 ed il 25 giugno 2012, continua a dire che non è vero, che sono una donnaccia, che non voleva uccidermi! In fondo 6 pugnalate, mentre dormivo, dopo avermi colpito con una padella in ghisa, sulla testa, (finché non si è rotto il manico) a cosa servivano? Il tentativo di soffocamento con il filo dell’abat-jour prima e del ventilatore poi, le costole rotte, la gola graffiata a mani nude! L’ultima pugnalata all’addome… Ed ora? Ho denunciato ma sono stata abbandonata! Non merito di ricominciare a vivere? Non merito serenità? No! Tutto deve essere concesso solo a loro, agli assassini! Per loro vi sono premi, sconti di pena, perfino un lavoro! Ma la mia, la nostra pena, non avrà sconti! Io un lavoro lo avevo, lo amavo…. Ora non esiste più… Ora c’è solo lo sconforto di essere stata abbandonata da uno Stato che ci dice di denunciare, di essere forti e poi ci lascia morire, nell’indifferenza più totale! Io parlo a nome di tutte le donne vittima di violenza! Di quelle che hanno paura, di quelle che hanno denunciato, di quelle che non ci sono più, dei loro e dei nostri figli, dei bambini uccisi in nome di una vendetta senza senso”
I dati Istat 2017 parlano chiaro, tra le donne abusate dai partner, il 90,6% ha subito rapporti sessuali indesiderati; il 79,6% tentativi di strangolamento, soffocamento e ustione; il 77,8% schiaffi, pugni, calci e morsi. Le percosse, in una minoranza dei casi (1,5%), hanno provocato danni permanenti. Tra le mogli e le fidanzate vittime di violenza, il 37,6% ha riportato ferite o lesioni, il 21,8% soffre di dolori ricorrenti.
Caporedattrice