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Zedda (Forza Italia) e Dessì (Psd’Az), duro colpo alle tonnare di Sardegna

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<<Duro colpo per le tonnare fisse isolane E’ un coro unanime di protesta e attacco al Ministero delle politiche agricole e all’Assessore regionale dell’agricoltura, quello che arriva dalla minoranza in consiglio regionale. Una violenza normativa mai vista e inaudita, contro il settore della pesca isolana e in particolare contro lo storico patrimonio identitario delle Tonnare del Sulcis  Iglesiente>>. Così il consigliere regionale sulcitano Paolo Dessì (Partito Sardo d’Azione) e la capogruppo di Forza Italia Alessandra Zedda, primi firmatari dell’interrogazione presentata coi colleghi di tutta la minoranza.  <<E’ inaccettabile il provvedimento della Direzione Generale del Ministero delle politiche agricole, alimentari e forestali, n. 21975 del 07/11/2018, recante l’esito dell’iter istruttorio di cui al Decreto Direttoriale n. 11779 del 29 maggio 2018, riportante l’elenco dei nuovi due operatori che sono Favignana (Trapani) e Cala Vinagra (Carloforte) – spiegano i gruppi di Forza Italia, Psd’Az, UDC, Uds, FdI, Riformatori sardi – che rischia di decretare un duro colpo all’economia del Sulcis Iglesiente, minacciando il proseguo dell’attività ittica, relativa alla pesca del tonno>>. Profondamente delusi e preoccupati degli effetti devastanti del decreto i consiglieri sulcitani, in prima linea a difesa delle eccellenze e gioielli del territorio Paolo Dessì (Psd’AZ),  Giorgio Oppi (Udc), Gianluigi Rubiu (FdI), insieme a tutta la minoranza dell’assemblea sarda si ribellano <<contro i tagli alle tonnare isolane. In base alle quote assegnate alla Sardegna, le tonnare di Carloforte e Portoscuso – le due realtà più importanti – non sarebbero più competitive>>. Infatti il decreto siglato dal Ministero delle Politiche agricole, che <<di fatto avvantaggia Favignana e la Sicilia (già rappresentata anche da palangari e barche di circuizione) a scapito della Sardegna, è un grave atto per gli operatori del distretto del tonno e nello specifico delle tonnare fisse di Carloforte e Portoscuso, in quanto la quota indivisa assegnata alle tre tonnare della Sardegna, già insufficiente per le stesse,  si ripartirà anche con le ultime  due tonnare, appunto (Favignana e Cala Vinagra)>>. Si fa presente che Cala Vinagra è sito storicamente poco pescoso attualmente chiuso, necessiterebbe di una bonifica dell’area per la presenza delle attrezzature dismesse dall’ultimo gestore. <<E’ quindi palese la difficoltà di operare, contrariamente al sito siciliano che ha capacità di drenare una gran parte della quota tonno indivisa. Le quote – prosegue il documento della minoranza – devono essere assegnate secondo il criterio storico di pesca, rispettando e salvaguardando le tradizioni della Sardegna ed una vocazione unica nel suo genere come le tonnare>>.

Gli imprenditori sardi di fatto, sono stati traditi dall’assessore dell’agricoltura, dalla regione che avrebbe invece dovuto stare a loro fianco e tutelarli. Non basta. Il popolo dei tonnarotti si sente beffato: <<Si tenga conto che il decreto è un attacco all’autonomia e alla specialità proprie della nostra Isola – continuano i gruppi d’opposizione capeggiati da Zedda e Dessì – visto che la materia inerente la pesca rientra tra le competenze primarie della Regione>>. Carloforte, Portoscuso, Calasetta, Sant’Antioco e gli altri centri costieri del Sulcis potrebbero perder così anche una fetta consistente del turismo e della tradizione: <<Chiediamo con la massima urgenza che l’assessore si attivi per rimediare al danno prodotto, e chieda l’annullamento del decreto>>.

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